Sono passati anni da quando nel lontano 2008 conobbi coloro che sarebbero poi diventati i maestri a cui porto maggior rispetto. L’esperienza ha lasciato grandi ricordi di conoscenza e maestria sotto ogni punto di vista, portando ad un livello superiore ogni mia aspettativa di miglioramento.
Ho compreso molte cose che davo per scontate e messo nel bagaglio tecnico molto di più di ciò che volevo provare. Ho capito che le cose ascoltate e comprese davvero hanno un altro sapore e che avere a disposizione persone che ti rendono parte di questo modo di apprendere è proprio un altro modo di praticare.
Messe da parte le tecniche che credevo apprese, ho iniziato un lungo processo di rivalutazione e messa in discussione di ogni movimento e realizzazione di gesti tecnici. Perchè è proprio vero che non si smette mai di imparare e io sono piuttosto cocciuto e voglio sbatterci la testa. Ci ho messo del tempo, ma credo di avere raggiunto un nuovo stadio di pratica.
Così, malgrado questo anno ci abbia spezzato a metà a causa della pandemia globale e del fermo degli allenamenti, faccio una disamina del percorso fatto. Rivedo vecchi video degli esordi, delle abitudini, degli allenamenti e dei (molti) programmi tecnici che hanno segnato il progresso dlla pratica mia e dei miei allievi.
E più guardo indietro e più vedo la giusta direzione di ciò che andavo cercando. Adattamento, profondità, sensibilità si sono susseguite portando a volte benefici e altre volte difficoltà maggiori, confusione. Anche questo è praticare.
S. Savoldelli shihanke
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