Anche quest’anno ci è stata richiesta la partecipazione alla Fiera di cremona come collaboratori e Ospiti. Come d’abitudine faremo del nostro meglio, cercando di ampliare le attività e dando uno spessore culturale legato alla pratica delle discipline Bugei/Bujutsu.
Un libro può essere un’opera d’arte. Anni trascorsi tra i reminders ingialliti, esposti sulle bancarelle dell’usato, e i tomi smangiucchiati e scollati delle biblioteche, mi hanno portata a dimenticarmi dell’estetica, a scordarmi che un testo può essere “bello”. Il volume Racconti dei saggi del Giappone di Pascal Fauliot (L’Ippocampo, 2008) è un vero piacere per […]
Per bere una buona tazza di tè l’ideale è utilizzare della fine porcellana, magari quella cinese. La porcellana è ceramica vetrificata e si tratta di argilla mescolata con determinati minerali, in modo che, esposta al fuoco, si fonde o si trasforma in una sostanza traslucida, ma non trasparente, che rassomiglia al vetro.
La porcellana nel periodo Tang
Sotto la dinastia Tang (618-907) crebbe la popolarità del tè e questo fece aumentare anche lo stimolo creativo della porcellana. I cinesi riuscirono a creare vasi vetrificati non soltanto sulla superficie verniciata ma anche internamente. I cinesi per fabbricare la porcellana usavano principalmente due minerali: il caolino, pura argilla bianca formata dalla decomposizione del feldspato di granito, e il petun-tse, un quarzo bianco fusibile, che dà al prodotto la sua traslucidità. Questi materiali venivano ridotti in polvere, lavorati con acqua in modo da ottenere una pasta, modellati con la mano o sulla ruota e sottoposti ad alte temperature, che trasformavano la composizione in una forma vitrea brillante e durevole. A volte i vasai ricoprivano la pasta, non ancora cotta, con una vernice e poi lo cuocevano in forno. Altre volte la applicavano dopo aver fatto cuocere la pasta due volte, ovvero producevano la porcellana Biscuit, nata in Cina nel XVII secolo. Queste vernici erano smalti fatti da con vetro colorato ridotto in polvere dal quale si otteneva poi un liquido applicabile con il fine pennello del pittore. Venivano dipinti fiori, paesaggi, animali, saggi che meditavano sulle montagne o cavalcavano strani animali.
La porcellana nel periodo Sung
Durante la dinastia Song (960-1279) iniziò l’epoca classica della porcellana cinese. In questo periodo, presso le fabbriche di Ching-te-chen, nella provincia del Jiangxi, nel Sud-Est della Cina, iniziò la produzione di tazze, scodelle, piatti, giare quasi prettamente monocrome. Apparvero in questo periodo porcellane di colore verde giada che divennero famose con il nome di céladon, termine che deriva dal personaggio di un romanzo francese del XVII secolo che era sempre vestito di verde. Questi pezzi, grazie alla loro perfezione, sono andati a ruba dai giapponesi e rifiutano di venderli.
La porcellana nel periodo Ming
Durante questo periodo, 1368-1644, gli artigiani hanno cercato di mantenere alto il livello dell’arte della porcellana raggiunto durante la dinastia Song e quasi ci riuscirono. In questo periodo apparvero le porcellane azzurre e bianche e monocrome gialle dette “gusci d’uovo“.
La porcellana nel periodo Qing
Durante le guerre che posero fine alla dinastia Ming le fabbriche di Ching-te-chen furono distrutte e furono ricostruite durante l’ascesa al trono di uno dei più illuminati sovrani della Cina, Kangxi, che governò dal 1661 al 1722. Gli artigiani riuscirono ad imitare le forme del periodo Ming e riuscirono a creare nuove forme e divennero maestri nell’arte della porcellana monocroma. Se non conoscete la Gaiwan qui un articolo per conoscere la tazza con coperchio.
La ceramica in Europa
La produzione della porcellana in Europa è iniziata solo vero il 1470 dai veneziani, arte che appresero dagli Arabi durante le Crociate. Nel 1840 le industrie inglesi cominciarono a fabbricare porcellana scadente a Canton e la esportarono con il nome di “cineserie” in tutta Europa. Le fabbriche di Sèvres in Francia, di Meissen in Germania e di Burslen in Inghilterra imitarono la lavorazione cinese. Con l’introduzione delle macchine abbassarono il costo di produzione e s’impadronirono sempre di più del mercato ma non riuscirono mai ad eguagliare le forme più belle della porcellana cinese.
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