REI = apprezzamento, ringraziamento
GI = norma, cerimoniale, educazione
SAHO = etichetta formale, comportamento
Il concetto di “Rei” nasce dal termine “Keirai” (saluto, inchino) ed è fondamentale in tutte le arti di Bu-do. La parola REI-GI, riunisce in sé i concetti di educazione, cortesia, rispetto reciproco, gratitudine verso il Maestro ed i propri partner. Il rispetto di questi concetti è comune a tutte le Arti marziali e, in senso lato, alla vita di relazione.
REIGI è dunque l’espressione del mutuo rispetto all’interno della società ed è anche il mezzo per prendere coscienza della propria posizione in mezzo ai nostri simili. Rei è un’espressione della cortesia, del rispetto e della sincerità. Nel Bujutsu c’è una gerarchia naturale dettata dal sapere, dalla maturità ed è quella che distingue il Maestro dai discepoli, i Sempai dai Kohai. Nel Dojo il rispetto verso il Sempai non deve essere provocato ma il Kohai deve provare naturalmente rispetto e riconoscenza verso il Sempai che lo aiuta a progredire. Lo spirito di gratitudine, di riconoscenza e di rispetto si manifesta quando si osserva un’etichetta e quando questa è percepita in modo naturale. Questo comportamento, per essere spontaneo, deve venire dal cuore altrimenti la formalità sarà solo apparenza e falsità.
Nel Bujutsu, come nella vita, le nostre azioni devono essere guidate da un cuore puro, nobile e generoso. Esistono vari tipi di saluto, in generale si dividono fra: in piedi (Ritsu-rei) e saluto da seduti (Za-rei).
Secondo lo scopo cui serve il saluto, esistono in linea generale le seguenti formule riconosciute ed utilizzate universalmente:
1. SHOMEN NI REI Inchino al lato anteriore del Dojo
2. SENSEI NI REI Inchino al Maestro
3. SHIHAN NI REI Inchino al Maestro Superiore responsabile
4. OTAGAI NI REI Inchino l’uno all’altro tra allievi
5. SEMPAI NI REI Inchino al Senior (il più anziano)
Il saluto tradizionale si fonda sul rispetto nei confronti degli antenati (Yamatodamashi) e alle divinità (Kami), che nello shintoismo hanno multiple forme cerimoniali.
Il guerriero che s’inchina davanti a Kamiza (altare) si esercita nel rispettare qualsiasi forza fosse sopra di sé. La medesima importanza ha il saluto all’inizio e alla fine della lezione o di ogni Kata. Questa sottomissione è importante per lo spirito del Bujutsu e apre la mente alla necessaria attitudine al fine di assorbire gli insegnamenti in maniera fiduciosa e fruttuosa. Essa sviluppa l’umiltà nell’atteggiamento nei confronti della vita, è il primo passo sulla Via della spiritualità del Bujutsu: la prima lotta che bisogna vincere è quella contro se stessi.
Perciò bisogna sempre inchinarsi quando si entra nel Dojo o si esce da esso.
Bisogna lasciare il proprio Io fuori dalla porta.
Ciò che s’impara in un Dojo aiuta ad affrontare il quotidiano.