Bugei (武藝) , a volte definito anche Bujutsu (武術), è un termine che raggruppa un insieme di discipline marziali, quindi militari, come sistema di combattimento tipicamente trasmesso nell’epoca feudale giapponese tra il 1125 e il 1625 circa. Il significato può essere tradotto come “Arti di Guerra”. Di queste Arti è parte integrante il Jujutsu, prima forma di combattimento agli albori delle guerre feudali per il dominio del territorio.
Bugei quindi, indica collettivamente le Arti Marziali disarmate, o più spesso armate, che almeno fino al periodo della restaurazione Meiji [1868] furono competenza della classe militare giapponese – il cui esponente tipico fu il Bushi – e indica le discipline antiche di guerra, va quindi distinto dal Budo (武道) contemporaneo, sua rielaborazione fondata su sistemi educativi o pedagogici più moderni (Gendai Budo) specialmente nella prima metà del XX secolo. Il Bujutsu aveva alcuni tratti caratteristici rispetto ad altre tradizioni di esercizio militare. Era organico, cioè un sistema quasi integrale contenente diversi sottosistemi applicabili ad ambiti vari (dalla tecnologia militare all’etica). Era organizzato, cioè controllato dalle autorità e ben suddiviso in scuole familiari o dei Clan all’origine d’innumerevoli stili (Ryū).
L’origine delle arti marziali giapponesi può ritrovarsi nella tradizione guerriera dei samurai e del sistema di caste che limitava l’uso delle armi ai membri delle classi guerriere, vietandone l’uso alla maggioranza della popolazione. Originariamente, si richiedeva e ci si aspettava che i samurai fossero perfettamente in grado di usare diversi tipi di armi e di combattere disarmati, sviluppando così l’assoluta maestria nelle capacità di combattimento che sarebbero servite loro per glorificare se stessi o il loro signore.
Nel tempo, questo scopo fu alla base della filosofia che persegue una consapevolezza spirituale attraverso il perfezionamento delle proprie qualità marziali. Le arti marziali originate o sviluppatesi in Giappone sono straordinariamente diverse, con grandi differenze negli apparati d’insegnamento, nelle filosofie che ne hanno guidata la diffusione, nei metodi che contraddistinguono le migliaia di scuole e stili. Ciò detto, esse si dividono generalmente tra le arti di Koryū e di Gendai Budō a seconda che se ne abbia traccia.
Nel nostro luogo di pratica (Dōjō) all’interno della trasmissione tipica di una scuola tradizionale, si cerca di approfondire le materie tipiche del periodo delle grandi guerre giapponesi, dando uno sguardo approfondito all’evoluzione dell’uomo attraverso i metodi di approccio al combattimento sul campo di battaglia utilizzando discipline come:
- Kenjutsu – uso della spada Katana
- Iaijutsu – estrazione rapida della spada Katana
- Kyūjutsu – uso dell’arco da guerra
- Jūjutsu – uso del corpo a corpo
- Shurikenjutsu – uso delle armi corte
- Sōjutsu – uso della lancia e dello Yari
- Naginata – uso dell’alabarda imperiale
- Bōjutsu o Jōjutsu – uso dei bastoni medi e lunghi
- Kusarijutsu – uso delle armi a catena
- Kumiuchi – uso classico del corpo a corpo con armatura
- Juttejutsu – uso del Jutte
- Tessenjutsu – uso del ventaglio da guerra
- Hojōjutsu – uso della corda per imprigionare secondo il metodo della polizia feudale
- Battōjutsu – uso delle spade lunga e corta con esercizi di taglio su bersagli
- Tantōjutsu – uso del coltello
e anche molto altro dal punto di vista antropologico e storico, non tralasciando la parte spirituale delle Arti come: la meditazione, la cerimonia del tè, la pittura Sumi-e o la disposizione dei fiori e la cura dei bonsai. Discipline che parallelamente alla preparazione per il campo di battaglia potevano garantire al Samurai un tenace equilibrio interiore per sopportare i devastanti avvenimenti quotidiani di quell’epoca crudele.
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