Armi: Hohojutsu, Nawa

Hojojutsu
Hojojutsu

Parliamo di Hojojutsu (捕縄術) e delle nawa (縄) — l’arte marziale giapponese della corda, usata per catturare, contenere, umiliare e persino comunicare.

È una disciplina affascinante e complessa, dove ogni nodo ha un significato, ogni legatura è un messaggio. 


🪢 Cos’è l’Hojojutsu?

Hojojutsu (anche chiamato Torinawajutsu o Nawajutsu) è l’antica arte marziale giapponese che insegnava come usare corde per catturare, immobilizzare e trasportare prigionieri.

Era praticata da:

  • Samurai nel ruolo di polizia o guardie.

  • Doshin e metsuke (poliziotti del periodo Edo).

  • Insegnata come parte di scuole di arti marziali tradizionali (koryu), accanto a jujutsu, kenjutsu, ecc.


📜 Storia e contesto

  • Usata già dal periodo Sengoku (XV secolo) e molto sviluppata nel periodo Edo (1603–1868).

  • In epoca Edo, la legge vietava ai comuni cittadini di portare armi, ma le guardie samurai potevano usare corde (nawa) come strumento di contenimento non letale.

  • Era considerata un’arte nobile, con regole precise: catturare con onore, senza infliggere dolore inutile.


🧶 Le corde (Nawa 縄)

  • Di solito fatte di canapa o cotone, lunghe da 3 a 10 metri.

  • A seconda della scuola, si usavano corde più sottili (per immobilizzare) o più spesse (per trasporto).

  • Portate arrotolate nella cintura o nascoste nelle maniche.


🔗 Tecniche e significati

L’Hojojutsu non è solo tecnica, ma anche comunicazione e simbolismo:

📐 Funzioni principali:

  1. Immobilizzare l’avversario (braccia, gambe, busto)

  2. Trasportare in sicurezza

  3. Umiliare o marcare lo status sociale (nodi decorativi per samurai, nodi più umili per ladri)

  4. Codificare messaggi (tipo di crimine, pericolo del prigioniero, ecc.)

 🧠 Curiosità e cultura

  • Alcuni nodi avevano valore cerimoniale o punitivo: la legatura comunicava status, gravità del reato, o persino la condanna a morte.

  • Le legature erano modificate in base al rango sociale: non si legava un samurai come un contadino — questione di onore.

  • Molti samurai imparavano l’Hojojutsu come parte della formazione nelle scuole di jujutsu o kenjutsu.


🪄 Hojojutsu vs Kinbaku/Shibari

Domanda che sorge spontanea: è la stessa cosa dello shibari erotico?

Risposta breve: no, ma… c’è un legame.

  • Il kinbaku-bi (緊縛美, “la bellezza del legame stretto”) e lo shibari moderno (arte erotica giapponese) derivano indirettamente dall’Hojojutsu, specialmente nel tipo di nodi e legature estetiche.

  • Lo shibari è nato nel ‘900, trasformando l’aspetto funzionale dell’Hojojutsu in espressione artistica e sensuale.

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Armi: Tessen, il ventaglio da guerra

Tessen – Il ventaglio da guerra

📜 Storia

  • Tessen significa letteralmente “ventaglio di ferro”.

  • Era utilizzato dai samurai, daimyo e nobili soprattutto quando non era permesso portare armi (es. durante incontri diplomatici, in udienza da uno shogun o in un tempio).

  • Si diffuse nel periodo Muromachi e Edo (1336–1868), spesso nascosto come accessorio innocuo.


⚙️ Struttura e tipologie

Ci sono due tipi principali:

  1. Gunsen (軍扇): ventaglio da campo, con stecche in metallo ma foglia in carta o seta. Usato da comandanti per dare segnali.

  2. Tessen (鉄扇): ventaglio completamente in metallo (o con stecche metalliche), usato come arma.

  3. Harisen (parodia moderna): ventaglione gigante usato nelle commedie giapponesi – ma non confonderlo col tessen! 😄

 

  • Era abbastanza robusto da deviare colpi di spada.

  • Poteva essere usato per colpire, parare, disarmare o perfino per uccidere con un singolo colpo ben piazzato.


🥷 Utilizzo e tecniche (Tessenjutsu)

La disciplina marziale del tessen è il tessenjutsu, parte di scuole come:

  • Katori Shintō-ryū

  • Yagyū Shinkage-ryū

  • Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū

Tecniche tipiche:

  • Bloccaggio e deviazione di armi (parata contro spade o coltelli).

  • Colpi rapidi a zone vulnerabili (viso, gola, tempie).

  • Inganno: usato per distrarre l’avversario o celare il movimento reale.

  • A volte usato insieme ad armi secondarie come il tanto o il wakizashi.


💡 Curiosità affascinanti

  • Il famoso samurai Minamoto no Yoshitsune si dice fosse esperto nell’uso del tessen.

  • Alcuni daimyo portavano ventagli da parata in battaglia, sia come segno di comando che come arma d’emergenza.

  • In epoca Edo, i maestri di cerimonia e guardie del corpo portavano tessen come difesa discreta.

  • Alcune versioni erano ventagli pieghevoli con lame segrete, come quelle usate dai ninja.


🎌 Tessen oggi

  • Oggi è studiato in scuole di kobudō (arti marziali tradizionali).

  • Viene usato anche in teatro Nō e kabuki, dove rappresenta nobiltà, forza o inganno.

  • È diventato un simbolo dell’equilibrio tra grazia e letalità, una vera metafora dell’ideale samurai.

 

Armi: Yari e Magoyari

 

Sensei e Magoyari
Sensei e Magoyari

🏹 Yari (槍) – La lancia giapponese

📜 Storia

  • Origini: Introdotta dalla Cina o Corea, ma evoluta in forma specifica giapponese già nel periodo Heian (794–1185).

  • Divenne un’arma dominante nel periodo Sengoku (XV–XVI secolo), quando le guerre tra clan erano frequenti.

  • Sostituì parzialmente l’uso del katana e dell’arco (yumi) nei campi di battaglia, grazie alla sua portata, versatilità e facilità d’uso in formazioni di fanteria.

⚔️ Struttura e varianti

  • Lama in acciaio, diritta e a doppio filo, montata su un lungo manico in legno (spesso da 2 a 4 metri).

  • Esistevano diverse varianti:

    • Su-yari: lama semplice e dritta (la più comune)

    • Kama-yari: lama con “ganci” laterali, utile per tirare giù cavalli o guerrieri

    • Jumonji-yari: lama a forma di croce, simile a un tridente


🔱 Magari Yari (o Magoyari / 蜷槍 o 蟇ヶ矢)

Il termine magari può riferirsi a “curvo” o “articolato”, ma spesso è associato a Yari dalla lama a forma complessa, come la jumonji-yari.

Particolarità

  • La jumonji-yari, chiamata anche magari yari, aveva due lame laterali curve, utili per agganciare, spingere, tirare, disarmare o colpire in modo imprevedibile.

  • Celebre portatore: Hōzōin In’ei, un monaco guerriero del 1500, creatore dello stile Hōzōin-ryū, famoso per l’uso spettacolare della jumonji-yari.


🥷 Utilizzo in battaglia

  • Le yari erano usate in formazione (ashigaru, i fanti), in schieramenti tipo falange, per respingere cariche di cavalleria.

  • I samurai le usavano anche a cavallo o da soli in duelli, con tecniche precise e letali.

  • Il magoyari permetteva di agganciare e controllare l’avversario, ottimo contro spade o per cavalleria.


📚 Curiosità

  • Il famoso generale Honda Tadakatsu portava una yari leggendaria chiamata Tonbogiri (蜻蛉切, “Taglia-libellule”), una delle “Tre lance famose del Giappone”.

  • Alcune scuole tradizionali (koryu), come Hōzōin-ryū, insegnano ancora oggi le tecniche del magoyari.

  • A differenza della lancia occidentale, la yari era tagliente anche lateralmente, rendendola molto più versatile.

Armi: Manriki Kusari

Senpai Lino e manriki kusari

Il manriki-gusari (o manriki-kusari, 萬力鎖 o 万力鎖) è un’arma tradizionale giapponese, appartenente alla categoria delle armi flessibili. È formata da una catena metallica (kusari) con pesi alle estremità, ed è stata storicamente utilizzata da guerrieri e agenti segreti, in particolare ninja e poliziotti (metsuke o doshin) nel periodo Edo.


🥋 Storia del Manriki-Gusari

  • Origini: Si ritiene che l’arma sia stata creata nel tardo periodo Sengoku o all’inizio del periodo Edo (XVII secolo).
  • Invenzione attribuita: Al samurai Masanari Masaki, fondatore della scuola Masaki-ryu, esperto nelle arti marziali di autodifesa per le guardie dei templi e delle case signorili.
  • Uso storico: Diffusa tra i poliziotti feudali per immobilizzare sospetti senza ucciderli, ma anche tra gli shinobi (ninja) per la sua facile occultabilità e versatilità.

⚔️ Struttura dell’Arma

  • Lunghezza: Di solito tra 60 cm e 120 cm.
  • Materiale: Catena in acciaio, con pesi in metallo a ciascuna estremità.
  • A volte veniva nascosta nelle maniche o legata alla cintura.

🥷 Utilizzo e Tecniche

Il manriki-gusari è un’arma di difesa personale e cattura, non letale se usata con perizia. Le tecniche (kusarijutsu) includono:

  1. Colpire: Usare i pesi come arma contundente, colpendo mani, viso o ginocchia.
  2. Intrappolare: Avvolgere la catena attorno a un’arma nemica (es. katana) per disarmare l’avversario.
  3. Immobilizzare: Avvolgere gli arti o il corpo dell’avversario per bloccarlo o farlo cadere.
  4. Strangolare: Se necessario, può essere usata per strangolare, ma storicamente questo era raro nel contesto della polizia.
  5. Parare: Può anche essere usata per deviare colpi di altre armi, sfruttando la flessibilità della catena.

🧠 Perché era efficace?

  • Facile da nascondere e trasportare.
  • Non letale, adatta a un contesto di ordine pubblico.
  • Versatile: poteva essere usata anche contro armi tradizionali più lunghe.
  • Imprevedibile: difficile da anticipare nei movimenti.