
Il manriki-gusari (o manriki-kusari, 萬力鎖 o 万力鎖) è un’arma tradizionale giapponese, appartenente alla categoria delle armi flessibili. È formata da una catena metallica (kusari) con pesi alle estremità, ed è stata storicamente utilizzata da guerrieri e agenti segreti, in particolare ninja e poliziotti (metsuke o doshin) nel periodo Edo.
🥋 Storia del Manriki-Gusari
- Origini: Si ritiene che l’arma sia stata creata nel tardo periodo Sengoku o all’inizio del periodo Edo (XVII secolo).
- Invenzione attribuita: Al samurai Masanari Masaki, fondatore della scuola Masaki-ryu, esperto nelle arti marziali di autodifesa per le guardie dei templi e delle case signorili.
- Uso storico: Diffusa tra i poliziotti feudali per immobilizzare sospetti senza ucciderli, ma anche tra gli shinobi (ninja) per la sua facile occultabilità e versatilità.
⚔️ Struttura dell’Arma
- Lunghezza: Di solito tra 60 cm e 120 cm.
- Materiale: Catena in acciaio, con pesi in metallo a ciascuna estremità.
- A volte veniva nascosta nelle maniche o legata alla cintura.
🥷 Utilizzo e Tecniche
Il manriki-gusari è un’arma di difesa personale e cattura, non letale se usata con perizia. Le tecniche (kusarijutsu) includono:
- Colpire: Usare i pesi come arma contundente, colpendo mani, viso o ginocchia.
- Intrappolare: Avvolgere la catena attorno a un’arma nemica (es. katana) per disarmare l’avversario.
- Immobilizzare: Avvolgere gli arti o il corpo dell’avversario per bloccarlo o farlo cadere.
- Strangolare: Se necessario, può essere usata per strangolare, ma storicamente questo era raro nel contesto della polizia.
- Parare: Può anche essere usata per deviare colpi di altre armi, sfruttando la flessibilità della catena.
🧠 Perché era efficace?
- Facile da nascondere e trasportare.
- Non letale, adatta a un contesto di ordine pubblico.
- Versatile: poteva essere usata anche contro armi tradizionali più lunghe.
- Imprevedibile: difficile da anticipare nei movimenti.
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